venerdì, giugno 10, 2005

Ma astenersi non significa "No"

(Al massimo significa: "Non so")

Mi costa un po' ammetterlo, ma domenica andrò a votare.
Mi costa perché, in materia di referendum, io sono un astensionista convinto, e rivendico la mia appartenenza alla frangia dell'astensionismo democratico. Da non confondere con l'astensionismo qualunquistico di chi alla fila davanti alla cabina elettorale preferisce un più rilassante ingorgo sull'Autostrada del Sole. No. Rispetto i qualunquisti, ma il mio astensionismo ha un altro significato.
Il fatto è che io credo nel parlamento - non particolarmente nello scellerato parlamento che ci troviamo adesso, ma nell'idea di una democrazia parlamentare. Credo nel sistema della rappresentanza: credo che se il parlamento che ci ritroviamo fa schifo (e produce una legislazione schifosa) è semplicemente perché ce lo meritiamo. Lo abbiamo votato e ce lo teniamo: finché non impariamo a farci rappresentare meglio. Spero presto.
Perciò, in quanto sincero democratico, non mi perdo un'elezione. Legislative, amministrative, persino le europee. Ma i referendum, no. Avevo deciso di non votarli più. Per stabilire un principio: io non posso intendermi di tutto. Sì, va bene, mi informo, leggo i giornali (ma potrei anche non leggerli), ho studiato (ma potrei anche aver la III elementare): in ogni caso ci sono ancora tante cose che non so e non saprò mai. Non so se sia il caso di punire i giudici che giudicano male; non so se sia morale proibire il nucleare e importare energia dalle centrali francesi; non so distinguere un mattarellum da un proporzionale con sbarramento; nella fattispecie, non so quando l'embrione diventa un individuo (ma almeno so di non saperlo, e non è poco).
Tutte queste cose io non so, e ho diritto di non saperle. Non è qualunquismo: piuttosto, consapevolezza dei propri limiti. Sono un cittadino: lavoro, pago le tasse, e ogni tot cerco di eleggere rappresentanti che dovrebbero avere il tempo e la capacità di informarsi e decidere per me. Si chiama democrazia parlamentare, è imperfettissima, si sa, ma non si è ancora trovato di meglio.

Ci sono però in Italia minoranze agguerrite (e finanziate) che alla democrazia parlamentare non si rassegnano. Mandano pacchi di firme alla Corte Costituzionale più o meno ogni paio d'anni. Fosse per loro, il referendum non sarebbe una misura eccezionale: fosse per loro si voterebbe una volta all'anno, al mese. Ché di leggi schifose da abrogare non ne mancano, siamo d'accordo. Però: non è che il problema è alla sorgente? Non è che il problema è il parlamento schifoso che abbiamo votato, quattro anni fa? Non rischia di diventare, il referendarismo, un comodo alibi per convivere pacificamente con il parlamento e il governo osceno che ci troviamo? "Massì, votate la Cirami, votate la Gasparri, la Bossi-Fini, la Moratti; noi però ci riserviamo il diritto di abrogare qualche cosina ogni tanto". Quattro crocette per darsi un contegno. E intanto si trasmette l'idea che il corpo elettorale diventi per l'occasione legislatore: bella ipocrisia, chiamare il popolo ad abrogare questo o quel paragrafo, mentre al potere resta chi ha scritto la legge intera.

La legge, poi, secondo me è oscena, ma non più di tante altre. Forse il postero (e anche qualche nostro contemporaneo) avrà qualcosa da dire su un popolo che si scanna per il diritto dell'embrione a chiamarsi individuo e si dimentica dei diritti degli individui chiusi nei Centri di Permanenza. Centri di detenzione illegale, vergogna italiana che bisogna chiudere al più presto (lo ha capito anche Pisanu): però oggi in Italia non si parla di questo. Si parla di diritti degli embrioni e diritti delle madri. Questione importantissima, per carità. Però: chi ha deciso che era una priorità? Una piccola minoranza di raccoglitori di firme. Questo, secondo me, non è sano.

Tanto più che mettere un problema sotto i riflettori, in Italia, non equivale a risolverlo. Significa soltanto gettarlo in mezzo all'eterno campo di battaglia fra guelfi e ghibellini. Il risultato è sotto gli occhi di tutti, ed è inquietante. Fino a un paio di mesi fa l'identità dell'embrione era solo materia di riflessione per occhialuti bioetici. Ma ecco arriva il Referendum! E tac, improvvisamente mezza Italia riconosce come articolo di fede che l'embrione è Vita. Magari poi il referendum lo vinceranno gli altri (personalmente lo spero): ma da questo punto di vista la frittata è fatta. L'embrione è arruolato nelle file di Santa Madre Chiesa. Magari chi sta dall'altra parte penserà a una vittoria del laicismo. Ma i laici veri lo sanno: da questi muro-contro-muro hanno tutto da perdere.

Detto questo, devo spiegare perché invece non mi asterrò. Per protesta, naturalmente.
Non nei confronti dei qualunquisti. Li rispetto, in fin dei conti non sono che un qualunquista più consapevole di loro. No. Protesto contro l'invasione di campo degli Embrionisti, cattolici, laici e Rutelli che siano. Hanno deciso di astenersi anche loro. Vogliono dare alla mia astensione un significato che proprio non ha.
Io volevo astenermi perché mi ritengo non qualificato ad abrogare questa legge; perché credo che il problema non sia la legge in sé, ma il parlamentaccio che l'ha votata: che per avere una legge migliore, occorre semplicemente votare rappresentanti migliori (cosa che, spero, faremo tutti l'anno prossimo). Dopodiché ce ne saranno, di brutte leggi da cambiare. Tra cui questa, che a me non piace.
Gli embrionisti, invece, mi stanno forzando la mano. Sostengono che l'astensione equivalga a quattro No, e che renda indistruttibile la legge, degna di restare immutabile di legislatura in legislatura. Come il divorzio e l'aborto. O il nucleare e la scala mobile. Ma scherziamo?
Astenersi non significa "No": significa semplicemente "Non so". Se vincerà l'astensione, gli italiani non avranno detto sì alla brutta legge 40: avranno semplicemente rifiutati di pronunciarsi, come è loro diritto. E il prossimo parlamento avrà tutto il diritto di disfare questa e altre leggi brutte e immonde. Con buona pace di chi domenica sarà andato al mare, di chi sarà andato in chiesa, di chi se la sarà spassata sul raccordo dell'Adriatica.
A me sembrava così ovvio: ma così ovvio, evidentemente, non è.
Così, per evitare il rischio di passare per un Astensionista Strumentalizzatore, domenica vado a votare. E consiglio di andarci anche a voi.
Ma - per quel che mi riguarda - giuro che è l'ultima volta. L'ultimo referendum, intendo. Non mi fregano più.

9 commenti:

  1. :) ho un sorriso così...
    grazie
    giulia1662

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  2. ecco, lo sapevo che la tua dichiarazione di voto sarebbe stata la meno banale. e la più impeccabile.

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  3. beh, non mi pare poi.
    Non so neanche la differenza tra un'ovocita e un'eterologa.

    Poi c'è da dire che mi porto dietro svariate tare ereditarie e che l'incubo di generare Giuliano Ferrara mi tiene sveglio di giorno (di notte sto sveglio da me).

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  4. beh, per coerenza dovresti votare scheda bianca. Più "non so" di così...

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  5. mau non so se ho capito in pieno il discorso di Leonardo, ma credo di si, lui personalmente dice che NON SA quando inizi la vita, non sa tecnicamente cos'è un embrione, cos'è un ovocita. Lui dice di sapere con certezza che questa legge così com'è non gli piace e sa che non gli piace il referendum come mezzo istituzionale che chiede al popolo di dare risposte in merito a leggi approvate in sede parlamentare...che lui del parlamento si fida, ma ahimè quello italiano è anomalo per lui, per lui che ha perso insieme a me quattro anni fa...dice che ce lo meritiamo questo governo, un po' come Moretti diceva che ci meritavamo Alberto Sordi...Votando SI non si risponde al quesito "quando inizia la vita" cosa difficile da stabilire, e cosa che i quesiti del referendum non ti chiedono, si vota solo perchè alcune parti di una legge fatta coi piedi, vengano abrogate...tra cui il quesito numero due...si parla tecnicamente di impiantare tre embrioni non di più non di meno...chi ha stabilito tre? perchè tre? perchè è il numero perfetto? perchè tre era il giorno di nascita del figlio del legislatore? perchè tre sembra un numero approsimativo per accontentare chi questo tipo di procedimento ( la procreazione assistita)lo desidera e chi invece lo teme come la peste e vorrebbe che non si facesse? ( il primo caso di procreazione assistita lo si fece nel 1978 in inghilterra, la bambina nata ha la mia stessa età) Sono stati interrogati gli esperti, i medici che praticano questa metodica da anni...hanno spiegato che impiantare tre embrioni sia una cosa dannosa...perchè i pazienti non sono tutti uguali, ognuno ha la sua casistica, perchè l'età della donna influenza tantissimo, infatti a seconda che sia giovane tre potrebbero diventare DANNOSI per la sua salute, a seconda che sia in età matura (35 in su) potrebbero con MOLTA probabilità essere troppo pochi...Perchè non interrogarsi sul fatto che quell'ovocita che viene prelevato dall'utero della donna e quello spermatozoo che viene donato dall'uomo vanno incontro NATURALMENTE a morte, nella donna con la mestruazione, nell'uomo col ricambio degli spermatozoi e che prelevandoli prima al massimo si da a due cellule una possibilità in più di vita? perchè non interrogarsi sul fatto che con uno spematozoo e un ovocita, si ha uno zigote che SOLO e SOLO se impiantato nell'utero di una donna potranno se natura lo permette diventare forse un bambino un essere umano? che senza un utero uno zigote non va da nessuna parte? Perchè uno zigote ha gli stessi miei diritti? se ha tali diritti perchè questa presuta entità umana non può sapere se è sana o se è malata? perchè questa entità creata con un mio ovocita, un ovocita che mi è stato prelevato dal mio endometrio dal mio utero, cosa che non è piacevole assicuro, che è composta per altra metà dallo spermatozoo del mio uomo, dev'essere cosa dello Stato dev'essere sotto il giudizio e la volotà di milioni di persone che si asterranno o voteranno no e e la mia volontà e quella del mio uomo a riguardo devono restarne fuori??? io per natura di ovociti ne perdo a fiotti ogni mese, io di spermatozoi ne inghiotto a fiotti per piacere...In ultimo perchè quello stesso zigota ha i miei pari diritti, e una volta impiantatomi li perde tutti per legge fino al suo terzo mese di vita? Perchè se il mio uomo è solo il mio compagno e non siamo sposati io non posso fare l'eterologa con lui, però se di fatto non avessimo problemi di fertilità e facessimo un bel marmocchietto con una sana trombata la legge me lo permetterebbe? Perchè se come ho spiegato prima quello zigote creato in maniera artificiale con due cellule che senza questo intervento sarebbero morte e solo con questo intervento possono vivere, non possono essere utilizzate per la ricerca scientifica, se i donatori, io e il mio uomo lo volessimo?... Io non so Quando inizi la vita... ma non mi sembra che il referendum mi chieda questo...
    Scusatemi per il tempo e la quantità dei miei perchè...
    giulia1662

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  6. cito a memoria Homer Simpson: "Ehi Lisa tu pensi troppo, se abbiamo eletto dei rappresentanti è per non dover pensare così tanto"


    ne ho anche una per quando difenderai il bipolarismo

    ci devi solo provare.

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  7. Homer ha ragione. Molta gente, più pensa alle cose, più combina sciocchezze. Tipo Capezzone.

    Sai che oggi ho visto un tal Cardinale davanti a un sacco di microfoni, che dava indicazioni al parlamento su quando e come riformare quella legge? Sai chi gli ha dato tutto quel potere? Capezzone e i suoi seguaci.

    Tu, invece, sei libero di pensare tutte le cazzate che vuoi, tanto non voti.

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  8. innanzitutto io voto. quando lo ritengo sensato.

    domenica, ad esempio, ho fatto ben quattro croci su altrettante schede

    altrettanto avevo fatto circa un anno e rotti fa, in un' altra occasione che riguardava una questione di decenza. nelle piccole aziende.

    altrettanto non avevo fatto tra berlusconi e rutelli nel 2001. perchè lì di decenza secondo me non ce n'era. né punto né poca.

    tu allora imputasti a quelli come me la vittoria di berlusconi e ora imputi a quelli come capezzone la vittoria dei vescovi. ti devi riprendere.

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  9. no, sei tu che devi rifuggirti. Tu hai fatto vincere Berlusconi, e Capezzone ha fatto vincere Ruini. La democrazia è un biliardo e voi non avete ancora capito che ci sono le sponde. Ma io ho speranza, che a furia di bopcce in testa, chissà.

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