giovedì, luglio 28, 2005

ma maestra, ha cominciato lui

(Minestra riscaldata dimenticata in frigo la 7imana scorsa)

Il mantra di questi ultimi giorni è senza dubbio "c'è stato prima l'11 settembre". E finché lo dice il piccolo blog d'opinione o l'editorialista un po' becero, passi. Ma sentirlo dai microfoni di statisti più o meno illustri (Jack Straw, Gianfranco Fini), è una cosa che fa spavento.
Infatti, cosa significa "c'è stato prima l'11 settembre"? Più o meno è come dire "hanno iniziato loro". Una frase che sta bene in bocca a un bambino, piuttosto che a un Uomo di Stato.
"Giovannino, non tirare i capelli a tua sorella".
"Ma ha iniziato lei".
Ogni genitore o educatore sa bene come questo discorso sia viziato in partenza, per due motivi. Primo motivo: non è vero che ha iniziato la sorella. Cioè, tecnicamente sì, stamattina lei gli ha pestato i piedi, ma dietro c'è tutta una storia di ripicche e invidie che data dalla notte dei tempi. E questo ci porta al secondo motivo; non ha nessuna importanza sapere chi ha iniziato: l'unica cosa che conti è sapere quando la finirete, tutti e due.

Analogamente: l'11 settembre è senza dubbio stata la madre di tutti gli attentati, un enorme contraccolpo emotivo per l'opinione pubblica mondiale; ma non è stato l'inizio di un bel niente. Il terrorismo arabo e islamico data da molto tempo prima, e ha varie concause, che tra l'altro conosciamo. Bin Laden, per esempio, ha iniziato a complottare contro gli americani quando l'Arabia Saudita decise di concedere a George Bush padre le basi militari per la Guerra del Golfo. Allora chi ha iniziato? Bush Padre? O Saddam Hussein, che aveva invaso (ingiustamente) il Kuwait? Ma quando lo invase, Hussein era convinto di avere il sostegno indiretto degli americani; d'altro canto, doveva rifarsi di una disastrosa guerra contro l'Iran, combattuta anche per sostenere gli interessi geopolitici dell'Occidente nello scacchiere del Golfo Persico. Era la Guerra Fredda: chi l'ha iniziata? Stalin, Roosvelt, Churchill? Vogliamo tornare a discutere di Yalta? C'è persino chi lo fa, seriamente (ma anche Giovannino, quando accusa la sorella di avergli pestato i piedi, è serissimo). Senza Hitler, comunque, non ci sarebbe stata la Guerra Fredda: è tutta colpa sua. Ma Hitler avrebbe fatto il pittore, se la Germania non fosse uscita in ginocchio dalla Prima Guerra… allora è tutta colpa di Gavrilo Princip? O di Adamo, che ha mangiato la mela? "Sì, ma è stata Eva che me l'ha data". Eva indica il serpente. Oh, abbiamo trovato il colpevole. Che ce ne facciamo?

Questa idea che le colpe siano sempre da retrodatare sta alla base delle escalation più incivili. La civiltà, invece, comincia quando ci si rende conto che la vendetta non è giustizia, e che ogni gesto è moralmente giudicabile in sé, a prescindere da chi ti ha pestato i piedi un momento prima. Saddam Hussein è responsabile delle sue azioni; anche George Bush lo è. I terroristi anglo-pachistani sono responsabili di aver ucciso 60-70 persone; Tony Blair è responsabile del coinvolgimento britannico nel conflitto in Iraq, che ha esposto il Regno Unito a una recrudescenza del terrorismo islamico in Gran Bretagna (nulla, comunque, in confronto a quello che fa il terrorismo islamico in Iraq).

Questo non è relativismo culturale, al contrario: saper distinguere tra vendetta e giustizia è condizione necessaria e (non sufficiente) per poter parlare di civiltà: ne parla la Bibbia, ne parla il Corano. Fino all'altro ieri l'Occidente tendeva ad presentarsi come il maestrino del mondo: quello che ti insegna l'educazione, ti esporta la democrazia, eccetera. Un ruolo francamente antipatico. Adesso però il maestrino si è messo ad azzuffarsi con gli ultimi della classe. Come è potuto succedere? "Hanno iniziato loro". Sì, va bene: e voi finitela.

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