mercoledì, ottobre 03, 2007

simulacro sarai poi te (e simulacrini i tuoi bambini)

Voi magari pensate che sia divertente, scrivere Leonardo, invece no. Spesso è una gran rottura di coglioni. E gli ultimi pezzi fanno abbastanza schifo anche a me, figuratevi. Son cose che capitano. Periodi che passano. Per cui no, non mi offendo di certo se scrivete: "Leonardo sta facendo cagare". E' un'opinione. A volte è proprio un fatto. Vale la pena di parlarne? Non penso, ma neanche dell'ultimo balletto di Britney Spears, ragion per cui.

Oppure fate una disanima dialettica e appassionata di quello che scrivo, anche se probabilmente giungerete con maggior spreco di tempo alla medesima conclusione: ultimamente faccio un po' cagare. Se pensate che la cosa abbia un senso, fatela. E' un mondo libero, Birmania a parte.

Ho solo un consiglio: mantenete un profilo basso. Dopotutto state solo criticando un blog.

Lo aspettavo trepidante e finalmente è arrivato: il post di Leonardo sulla Birmania.

Agghiacciante. Trovo che Leonardo ormai sia il simulacro vuoto di una sinistra vuota che non è più capace di dire nulla se non abbasso bush sempre e comunque.


Che dire. Per prima cosa, uno che aspettava trepidando un mio post mi spaventa un poco. E se non lo avessi scritto, ti toccava trepidare in eterno? Io non ho mai dato da intendere di essere un birmanologo, per cui che cosa t'aspettavi, esattamente? In generale consiglio a tutti di trovarsi altre ragioni per trepidare, perché per quanto ne so potrei continuare a far cagare per mesi e mesi.

In secundis: in tremila battute secondo me c'è scritto ben altro che "abbasso bush sempre e comunque". C'è scritto che, al di là della solidarietà di facciata, stavolta l'opinione pubblica occidentale può ben poco su quello che succede in Birmania. C'è scritto che magari non bisognerebbe ripetere quel che è successo in Iran, dove molti studenti sono andati al macello perché si credevano supportati da un'opinione pubblica occidentale che - lo so che è difficile da mandare giù - non è onnipotente. Anzi, è sempre più simile a una nicchia di mercato, con le sue momentanee sbandate per questa rivoluzione o quest'altra.

Lo so, è fastidioso capire che non si è più al centro del mondo. Comunque si può fare qualcosa di un po' più serio che mettersi una maglietta rossa made in China. Per esempio, scegliere con più cura il prossimo distributore.

(Nel frattempo Alessandro Gilioli dell'Espresso pazientemente mi spiega - e gliene sono grato - che la Birmania non può diventare una meta del turismo sessuale o un fornitore di lavoro sottopagato perché lo è già).

5 commenti:

  1. leo, con affetto, posso dirti che questo tuo post fa cagare?
    Quando si comincia a doversi giustificare, secondo me c'è qualcosa che non va alla fonte.

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  2. a me quello sul foglio era piaciuto di brutto.

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  3. Beh, ma su piste è programmatico che faccia cagare.
    Sennò non si spiega che Cragno abbia l'account.

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  4. perchè ce l'hai sempre con Cragno? Io penso che sia in gamba e soprattutto che sappia far funzionare i neuroni. Ma lo stesso vale per te. e a proposito di trepidanti attese, lo so che puo essere o sembrare una grande responsabilità sapere che c'è qualcuno, o molti, che si aspettano qualcosa da te ma credo sia naturale, un meccanismo che scatta autonomamente: tu mi piaci, mi piace il tuo blog, e quindi la mattina lo leggo con grande piacere, senza trepidare, per carità.
    fattene una ragione. ciao cinico!

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  5. Sa far funzionare i neuroni? Beh, facile, se uno ne possiede appena un paio.

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