mercoledì, novembre 21, 2007

la carriera del giovane avventuroso

La carriera del giovane avventuroso.

A tal proposito, giova al mio amor proprio rammentare che ho convissuto cinque mesi in un quartiere francese a maggioranza islamica con una polacca. Aveva una stanza piena di scarpe ed era molto diffidente, anche a causa di certi suoi trascorsi a Rimini e del modo disastroso in cui avevo cercato di rompere il ghiaccio.
"Adriana, uh, è un nome italiano".
"No, è un nome polacco".
A questo punto (io non lo sapevo, adesso lo so), un polacco è capace di non rivolgervi più la parola per tre mesi.
Del resto io al tempo avevo una specie di storia con un'austriaca che stava anche lei in Francia, ma in un posto che in treno era talmente lontano che in realtà avremmo fatto prima a conoscerci quando stavamo nelle rispettive case. Cioè, probabilmente viviamo più vicini adesso che allora.
Ogni tanto penso a lei, chissà come sta. Era molto dolce e io, al tempo, un tale mentecatto. Certe volte sono a un passo da fare una ricerca su google, ma mi trattengo, anche perché il suo nome e cognome sono l'equivalente austriaco e femminile di Mario Rossi.
Che storie, ragazzi. L'impasto che ne salta fuori di vergogna e nostalgia, se non lo gustate in prima persona, è molto difficile da spiegare.

3 commenti:

  1. Difficile da spiegare, ma non da capire. ;)

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  2. Ma allora forse le polacche con cui abitavo non mi si filavano proprio perchè gli avevo detto che la torta della mamma portata dalla Polonia era tale e quale a quella di mia nonna?

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  3. Ehi, non ti hanno calpestato a morte.
    Evidentemente ti trovavano molto simpatico.

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