domenica, maggio 31, 2009

Addio mia colecisti

Direi che siamo alle coliche finali. Domani entro in ospedale e non esco finché non me la tolgono. Non dovrei metterci molto; comunque non fate troppi disastri nel frattempo.

Sequestrami questo

sabato, maggio 23, 2009

Il rivoluzionario nella classe dei ripetenti

La più ridicola della settimana uscente è senz’altro la querelle Pisacane Makiguchi . Il paventato cambio di nome di una scuola romana, in favore del pedagogista giapponese e a danno dell’insurrezionalista risorgimentale fa insorgere nell’oggi un comitato di genitori e il centro-destra italiano.

Non convidivo la scelta di cambiare il nome - ha dichiarato il ministro Gelmini - con il massimo rispetto per il teorico dell'educazione creativa, è inaccettabile che una scuola italiana cancelli un simbolo così importante del nostro Risorgimento in nome di un vago internazionalismo che mortifica il valore delle nazioni e delle identità

Carlo Pisacane e' un eroe del nostro Risorgimento - spiega Alemanno - e non si capisce per quale motivo l'intestazione di una scuola a suo nome debba essere cancellata per sostituirla con il nome di una personalita' sicuramente insigne ma che ha molto meno a che fare con la nostra storia e con la nostra identita' nazionale. Ci saranno sicuramente altri modi per onorare l'opera e la vita del pedagogo giapponese Tsunesaburo Makiguchi

Il sonno del politicamente corretto genera mostri. E' la prima considerazione che sento di fare. Anche se per fortuna c'e' stata una parziale marcia indietro, devo constatare che purtroppo non si tratta di un episodio isolato, ma e' l'ennesima alzata di ingegno di una preside che dovrebbe insegnare a tutti i bambini, senza distinzioni, ad amare se stessi, la propria cultura, la propria storia ed invece costruisce muri all'integrazione.
Così il ministro Meloni

E allora amiamola la nostra cultura. Spieghiamo ai ragazzi delle nostre scuole chi era veramente questo Pisacane, altro che occhi azzurri e capelli d’oro. Carlo Pisacane, da alcuni definito “Il Che Guevara italiano” era uno che assaltava carceri, liberava ergastolani, pensava che la religione fosse “superstizione dei popoli”, scriveva che "la dominazione della casa Savoia e la dominazione della casa d'Austria sono precisamente la stessa cosa" e che “il regime costituzionale del Piemonte é più nocevole all'Italia di quello che lo sia la tirannia di Ferdinando II”.

Carlo Pisacane era uno che voleva abolire la proprietà privata

La cagione di questi mali futuri è evidente; la proprietà ha cangiato possessore, ma è rimasta illesa. È lei che bisogna abbattere; è il prin­cipio che bisogna mutare; e perciò è necessario occuparci della situazione del problema. Impe­dire che i proprietari rinascano; questo è pro­blema, che, unito agli altri riguardanti l'industria ed il commercio, formerà l'oggetto delle nostre cure.

Ora, che pare che il cambio di nome non si farà più, fossi nella preside farei almeno incidere davanti al portone principale d’ingresso, a caratteri di scatola, quello che si potrebbe definire il motto dell’autarchico eroe: “«L'Italia trionferà quando il contadino cambierà spontaneamente la marra con il fucile». Poi vediamo cosa dice la Gelmini


venerdì, maggio 22, 2009

Peggio di così, improbabile

Io avrei anche potuto scrivere un elogio di Repubblica, per la testarda e meritoria coerenza con cui cerca d'imporre la sua storia e le sue domande al premier, ma poi sono andato in homepage e ho visto questo.

Con la fotina in homepage, e il fotoreportage (dieci fotine a una normalissima ambulanza). E vergognatevi, dai.

martedì, maggio 19, 2009

Monney delle galassie

Correvano i primi anni 90, ascoltavamo K-Rock che era la conservazione e Antenna 1 Rock Station che era l'innovazione ma anche, per dirla con von Clausewitz, la continuazione della Paolino Paperino Band con altri mezzi. Cioè la risposta anarco-modenese al concetto di professionalità che ci cresceva tutt'attorno.
Correvano i primi anni 90 e Reggio Emilia era piena di red skin, sempre lì a cercare un fascista da poter picchiare (o almeno così me la immaginavo io che non la frequentavo). Tra loro Monney (o almeno così me lo immaginavo io ecc. ecc.) che era dj ad Antenna 1 Rock Station

giovedì, maggio 14, 2009

Le versioni degli altri

Come dice Adriano Sofri, non è perfetto. Ma con l'aiuto di un Gian Maria Volonté e di un Renzo Montagnani d'annata scopriamo le tre differenti versioni della questura sul suicidio di Pinelli

Parte 1


Parte 2

La versione di Pasquale

Due vittime, due brave persone stritolate da un ingranaggio più grande di loro. Questa è oggi la versione ufficiale della vicenda Pinelli-Calabresi. Il primo morto per una disgrazia, un malore dovuto alla concitazione di quei giorni, allo stress per i continui interrogatori. Il secondo vittima dell'odio politico. E tra l'altro non si trovava neanche nella stanza al momento della caduta.

Forse è andata così. Solo che l'ultimo testimone oculare continua a dare una versione un po' diversa:
"Da questo corridoio passano, portando Pino, Calabresi e gli altri, e vanno nella stanza vicino. Chi dice che Calabresi non era in quella stanza sta mentendo, nel più spudorato dei modi. Calabresi è entrato in quella stanza, è entrato insieme agli altri, nessuno è più uscito. Io ve l'assicuro, era notte fonda, c'era un silenzio incredibile, qualunque passo, qualunque rumore rimbombava, era impossibile sbagliarsi, lui era in quella stanza. Dopo circa un'ora che lui era in quella stanza, che c'era Pino in quella stanza, che non avevo sentito nulla, quindi saranno state le 11 e mezzo, grosso modo, in quella stanza succede qualcosa che io ho sempre descritto nel modo più oggettivo, più serio, scrupoloso, dei rumori, un trambusto, come una rissa, come se si rovesciassero dei mobili, delle sedie, delle voci concitate".

"Il compagno Giuseppe Pinelli è stato materialmente assassinato dai signori: Calabresi, Lograno, Panessa, Muccilli, Mainardi e Caracuta su mandato degli alti vertici di polizia e governo. Se qualcuno si sente calunniato sporga denuncia e ci si dia la possibilità di un nuovo processo."

lunedì, maggio 11, 2009

Lasciare correre


Non sono uno spettatore di Santoro né tanto meno della Bignardi, e non so chi sia questa bella ragazza. Dell'Italia fondata sulla televisione mi arrivano via web alcuni riflessi parziali. Leonardo porterà pazienza se proprio io segnalo queste cose su questo blog.
In questo video si affermano fatti, qualcun altro penserà a negarli, la discussione si sposterà su affermazioni e negazioni, poi sulla forma, infine i feed e i commenti verranno seppelliti da altri feed e commenti. La rincorsa contro i mulini a vento del "non gliene dobbiamo lasciare passare una" la faremo solo su Google.

update: un altro punto di vista qui.

Cipolla ha potuto formulare la sua teoria sulla stupidità solo perchè leggeva i quotidiani italiani

Viviamo davvero in un mondo ridicolo e tragico. Basta un barcone di migranti respinto e sulle prime pagine degli ultimi quotidiani del paese è tutto uno sventolio di “Finalmente li rimandano a casa” e via delirando. Ovviamente a livello sostanziale non cambia nulla e i primi a saperlo sono gli ultrà della sponda nord del Mare nostrum. Per ogni barcone respinto ci sono 100 Tir, aerei, navi e vagoni merce che entreranno indisturbati. Carichi di quei poveretti che una neolingua stronza pretende “clandestini”. Cent’anni di fallimentare proibizionismo sulle droghe non ci hanno insegnato nient’altro che tentare di replicare quell’esperienza con le frontiere. Falliremo e lo sappiamo tutti, ultrà compresi. Ma almeno quelli dell’altro ieri li abbiamo restituiti alle galere libiche, forse alle torture libiche, magari alla morte. Così imparano. Come diceva De Coubertin, l’importante non è perdere ma far soffrire.

venerdì, maggio 08, 2009

Cioè, ma è tutto qui?

Ahem, il dito è più lungo.





I compleanni prendono un sacco di tempo

In pratica Berlusconi si è reso conto solo ieri che Paolo Guzzanti è molto arrabbiato con lui.

(Ps.: Guzzanti sta dicendo peste e corna della "mignottocrazia" berlusconiana da un anno, sui giornali e sul suo blog. Ha pure fondato un partito. Ed è stato uno dei più leali collaboratori di SB, fino a qualche anno fa).

mercoledì, maggio 06, 2009

La patria

(Defarge scrive e volentieri pubblico)

Vado a casaccio: oggi il governo mette la fiducia sul decreto che istituisce il reato di clandestinità, nel canale di Sicilia ci sono due traghetti imballati di negri che stanno lanciando un SOS del quale l'Italia e Malta si rimpallano la competenza, degli otto miliardi promessi ai terremotati d'Abruzzo ne sono stati stanziati meno di uno (per il 2009 e il 2010), da poche ore gli italiani in Afghanistan hanno accoppato una bambina di 12 anni... Avviciniamoci un po': da domani un immigrato senza permesso di soggiorno dovra' decidere se curare la pertosse di suo figlio o farlo crescere in Italia senza un padre ricercato, l'Europa sta dissimulando nella precisazione formale delle competenze e delle procedure la precisa scelta di adoperare il Mediterraneo come un'immensa salamoia di corpi indesiderati, la retorica della commozione coccolata dalle visite abruzzesi degli operatori televisivi e dei presidenti del consiglio è servita a tutti tranne che alle vittime, nella guerra al terrorismo muiono le bambine di 12 anni.

E adesso facciamo così: tiriamo una bella riga e facciamo l'addizione in colonna dei volumi di inciviltà, sofferenza, crudeltà e schifezza implicati dalla nostra rassegna. Fatto? Bene, si chiama Italia ed è qui che camperemo e camperanno i nostri. Le prime otto pagine del "Corriere della sera" e le prime cinque di "Repubblica" sono dedicate alla richiesta di divorzio di Veronica Lario.

lunedì, maggio 04, 2009