sabato, marzo 17, 2018

And the Auld Triangle went jingle-jangle

Quando ascolti The Auld Triangle, o The Royal Canal, o come vuoi chiamarla, ti è facile commuoverti pensando a prigionieri politici irlandesi torturati con questo triangolo che suona a ogni ora e non li lascia dormire. In qualche prigione inglese. Maledetti inglesi.



In realtà la canzone compare per la prima volta in un dramma del 1954 di Brendan Behan, The Quare Fellow, ambientata nella Mountjoy Prison di Dublino. È vero che Behan ci era entrato perché affiliato all'IRA – è vero che a 16 anni lo avevano beccato in Inghilterra con gli esplosivi – ma alla Mountjoy ci finì qualche anno più tardi perché aveva tentato di assassinare due poliziotti della Repubblica. Sono gli irlandesi che si torturano in questa canzone. A Mountjoy furono impiccati 22 condannati per vari reati, tra cui una donna: venivano sepolti nel cortile, in tombe anonime. Il "Quare Fellow" del dramma in italiano è stato tradotto lo "strano compagno", ma "quare" è una pronuncia irlandese per "queer". Anche nello Stato Libero, anche nella Repubblica, l'omosessualità restava un reato.

Behan proviene da una famiglia di musicisti e repubblicani (qualche suo zio ha anche scritto l'inno nazionale) ma non si è mai attribuito la paternità della canzone. L'ha scritta un suo amico, dice. È una canzone che parla di come i suoni possono allietarti ma anche torturarti: topi che squittiscono, gabbiani che ti fanno pensare al mare la fuori, e quel maledetto triangolo. (Esiste ancora. Pare che ci abbiano messo il feltro).

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