lunedì, maggio 07, 2018

Maio maduro Maio, quem te pintou? Quem te quebrou o encanto, nunca te amou

******, di cui qui si omette il nome, viene a salutarmi a Lisbona dov'ero ospite nella mansarda di °°°°°°°°. Adesso non ricordo bene, probabilmente aveva altri motivi per venirsene a Lisbona da Coimbra proprio durante la Queima das Fitas, che è il vertice dell'anno accademico, comincia nel primo venerdì di maggio e pare che si beva tutto il bevibile e ogni anno moriva annegato qualche studente nel Douro; ovviamente gli Erasmus partecipano.

****** arriva e bisbiglia qualcosa del tipo No vabbe' che roba, dovevo andare via sennò chissà come andava a finire e poi dorme per venti ore. Al risveglio prendiamo una corriera che grippa qualche km dopo Fatima. Io vedo un gran fumo nero spuntare dal fondo della corriera e ho una crisi di panico che tuttora non mi perdono. Ho dormito in mezzo ai terremoti, ho fatto il servizio d'ordine al G8 di Genova, ho respirato i fumogeni di Tsahal, a scuola affronto quotidianamente criminali di un metro e ottanta ma quel momento in cui lascio ****** in una corriera non se ne va via, è quasi l'unica cosa che mi ricordo delle vacanze portoghesi, quasi l'unica cosa che mi ricordo del 199*. Avevo paura che esplodesse. Avevo paure strane, non riesco più a spiegarmele.



****** mi raggiunge ridendo sul ciglio dell'autostrada e in un'ora siamo a Coimbra in autostop – strada facendo troviamo un'altra corriera col motore in fumo, stessa azienda, stessa tratta. Dalle strade di Coimbra sale un'odore di birra sporca che ti ammazza ogni romanticismo, c'è una specie di nettezza urbana in assetto antisommossa, in realtà non ricordo bene, ho ricordi appannati come quelli delle feste dell'asilo e non avevo ancora iniziato a bere. Non credo nemmeno di avere bevuto molto, bastava respirare. C'erano molti concerti, c'era anche un gruppo che in seguito mi sono convinto fossero i Mike Flower Pops. A un certo punto sono arrivati i Madredeus, ricordo anche un dibattito su quanto poco fossero pertinenti i Madredeus in quel contesto debosciato. Il ricordo del concerto è insieme limpido e sfuocato, furono impeccabili come un cd, fuori dal mondo anche nel maggio portoghese.

Non li ascolto più molto i Madredeus, a un certo punto il Portogallo come molte altre cose è passato di moda. Era una moda molto meno stupida di altre, ma sai com'è. In realtà mi fa piacere ritrovarli ogni tanto in qualche vecchio nastrone in cui cozzano con qualsiasi canzone a cui siano accostati, ma dopo un po' mi accorgo che mi vergogno. Di averli ascoltati perché piacevano alle persone che mi piacevano, di averli presi in superficie come qualsiasi altra cosa a vent'anni, ma anche trenta, quaranta. Di non essere una persona coerente, una persona che sceglie una strada quale che sia e la percorre fino in fondo senza farsi troppe storie. Di avere ammirato persone del genere, ma non abbastanza da non mettere davanti la mia sopravvivenza; di non averci fatto praticamente mai una gran figura; di essere scappato come un pollo per un po' di fumo in autostrada. Io poi comunque alla fine ascolto altre canzoni e sto a posto così. Ho anche figli. Spero non vadano troppo in Erasmus.

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